Come funziona Find My, il nuovo servizio Google per trovare tutti i dispositivi scomparsi

La nuova rete di Find My di Google sarà rilasciata questa settimana; permetterà di ritrovare gli smartphone smarriti così come gli altri device.

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Google lancia la nuova rete di Finf My, l’app che permette di ritrovare i device persi (Yahoomagazine.it)

Il Find My di Google è un’estensione dell’attuale Trova il mio dispositivo e la Big Tech è pronto a lanciarlo in questi giorni, ma fonti bene informate parlando di un’estensione che per il momento sarà disponibile solo negli Stati Uniti e Canada.

Questo aggiornamento della funzionalità Google disposta al ritrovamento degli smartphone smarriti sarà molto più simile al Dov’è di Apple. Diventerà, quindi, una vasta rete che utilizzerà i dispositivi Android di proprietà di altre persone per riuscire a localizzare il device perso. Si parla di device e non più soltanto di smartphone, perché con questa nuova funzionalità sarà possibile ritrovare anche dispositivi, come ad esempio gli auricolari Bluetooth.

Come funzionerà effettivamente il Find My di Google

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Google lancia il Find My simile al Dov’è di Apple (Yahoomagazine.it)

Attualmente Trova il mio dispositivo funziona se il device smarrito ha la geolocalizzazione accesa e se è connesso ad un wi-fi o alla connessione dati. Questi due elementi sono essenziali per il funzionamento dell’applicazione, di conseguenza se manca uno dei due non è possibile ritrovare il dispositivo perso.

Con l’aggiornamento Find My, i dispositivi Android potranno condividere la loro posizione -in maniera crittografata e sicura per la privacy di ogni utente- anche in assenza di connessione ad internet e andando a sfruttare il Bluetooth, come già fanno altri tracker come Tile e Chipolo. La nuova rete pensata da Google accetterà anche altri device che non fanno parte attualmente di Trova il mio dispositivo e quindi auricolari, ma anche tablet e altri oggetti con sistema operativo Android.

Anche i tracker di terze parti potranno far parte della rete Find My. Lo aveva già annunciato la Big Tech durante la presentazione della tecnologia lo scorso anno. Tra l’altro il lancio di questa nuova rete era previsto già per lo scorso anno, ma Google ha dovuto rimandare il tutto per lavorare con Apple sulle specifiche comuni (quindi per l’app Dov’è) sulle localizzazioni indesiderate e cioè tracker usati all’insaputa dell’utente per localizzare la propria posizione.

Un lavoro comune che ha porta ad una migliore definizione di entrambe le estensioni: sarà infatti possibile anche eseguire una scansione manuale e rilevare la presenza di eventuali tracker attivati a propria insaputa.

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